mercoledì 24 marzo 2010

ADOTTARE LA TERRA PER NON MORIRE DI FAME


Dall’esperienza raccolta in questi anni di attività Luca Zaia, Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, prende spunto per il libro Adottare la terra (per non morire di fame), edito da Mondatori. Nelle conclusioni si legge la forza delle sue riflessioni sospese tra passato e futuro, eccone uno stralcio : “Ho in mente esperienze che si stanno svolgendo dalle mie parti, in cui gruppi di giovani hanno saputo affrontare la sfida delle tecnologie non subendole, ma aggredendo il futuro e conservando al tempo stesso l'eccellenza del territorio a cui questi ragazzi sentono di appartenere e a cui non hanno mai voluto rinunciare. Nessuno di loro vuole emigrare e pretendono che la loro fantasia, la loro intelligenza, il rischio imprenditoriale che hanno voluto e saputo correre, si possano innervare in un mondo che essi conoscono e amano. Questa è anche la strada della nuova agricoltura. Lo scopo di questo libro non era certo difendere «il buon tempo antico». Anzi. Il futuro è qui e ora e porta con sé occasioni straordinarie che vogliamo sfruttare fino in fondo. Amare l'agricoltura identitaria non comporta il rifiuto del mondo che ci circonda e della modernità: amo ripetere che esiste una sola multinazionale di cui mi sento al servizio, ed è quella dei contadini. Nel mondo che abitiamo, la prima rete globale è quella agricola, tessuta di milioni e milioni di cittadini della modernità che da secoli lavorano la terra nello stesso modo eppure in migliaia di modi diversi, che si svegliano tutti alla stessa ora e che sanno, fin dal primo giorno di lavoro, che un allevamento di vacche non potrà mai essere delocalizzato. Sono uomini e donne abituati a guardare il cielo, sempre e tutti, con la stessa preoccupazione che avevano i loro padri millenni fa, e che al tempo stesso sfruttano internet per commercializzare i propri prodotti e farli conoscere al pianeta intero. L'agricoltore non presiede alla difesa del paesaggio, ma è responsabile di una vera e propria azienda economica che,a sua volta, trasforma il territorio e il paesaggio. Così, in questo libro ho provato a dare a questa multinazionale di uomini di tanti colori, di tante fedi, di infinite sapienze, una voce in più in grado di aiutarla a sopravvivere,per esempio, alle speculazioni della modernità, assai più violente di quelle che da sempre accompagnano la storia dell'uomo. La rete globale è in grado, infatti, di esaltare la violenza con cui i cicloni finanziari spazzano via, molto più ferocemente di quelli naturali, quel che gli si para innanzi:prima di tutto la terra.”
Elisa Mazzei

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