venerdì 9 ottobre 2009

IL DIRITTO E LA CACCIA

In Italia la caccia non è un diritto del cittadino ma è una concessione dello Stato purché sia compatibile con le coltivazioni agricole e con la conservazione della fauna selvatica, considerata patrimonio dello Stato. Dal punto di vista normativo può cacciare chi ha compiuto la maggiore età ed è in possesso della licenza di porto di fucile per uso caccia, di un tesserino regionale con riportato il calendario venatorio e la selvaggina abbattuta ed una polizza assicurativa per la responsabilità civile. Tre sono i metodi che si possono usare per cacciare: il fucile, l’arco ed il falco. L’uso dell’arco e del falco hanno un’origine antichissima e radicata nell’immaginario collettivo e ci riportano ad un tempo lontano. L’uso del fucile è più recente e raggiunge una vasta diffusione quando le armi da fuoco diventano efficienti. I suoi perfezionamenti si susseguono inarrestabili, dal grilletto unico all’estrattore automatico dei bossoli e via dicendo. Naturalmente non possiamo non ricordare il grande compagno delle avventure venatorie: il cane. La caccia quindi permette di immergersi nella natura, aiutandosi con gli animali e con gli strumenti che l’uomo ha inventato e perfezionato per ricollegarsi a quello che sarebbe il suo habitat naturale, non la foresta di cemento cittadina ma i boschi delle colline e le radure delle valli e pianure.

Elisa Mazzei

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