Le aste, i fischi, le reti, gli zimbelli,
le furberie, le belle prese io canto,
che sono al tempo che passan gli uccelli
dal polo dell’equatore, a giovan tanto,
dando sì pronto, e a così piccol costo
un amabile spasso, e un buono arrosto.
Così canta della caccia Filippo Pananti,poeta nato a Ronta nel Mugello nel 1766, nel Preambolo al poemetto didascalico “Il Paretaio” datato 1801. Fu educato in collegio a Pistoia, poi si laureò in giurisprudenza a Pisa ma la sua avversione per l’arte legale lo portò a girovagare per l’Europa. Girò la Francia, la Spagna l’Olanda e l’Inghilterra. Dopo un soggiorno londinese durato 10 anni decise di imbarcarsi per la Sicilia con in mente un viaggio per la Grecia e nel Levante ma vanne rapito dai pirati algerini e solo grazie al console britannico liberato. Una vita quindi movimentata e cosmopolita ma nei suoi versi possiamo sempre cogliere lo spirito arguto e scanzonato dei toscani.
Elisa Mazzei
lunedì 12 aprile 2010
LA CACCIA DEL PANANTI
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