mercoledì 23 dicembre 2009

SI TORNA A CACCIARE

Dopo la grande nevicata, si torna a caccia! I terreni sono sgombri da neve ed il clima è tornato mite, quindi pronti ad imbracciare il fucile, si può cacciare nell'Azienda Agrituristico Venatoria Galiga.


Elisa Mazzei

lunedì 21 dicembre 2009

A CACCIA DI NOTIZIE

Come abbiamo già manifestato in altre occasioni, siamo sempre lieti di scoprire nuove iniziative nel campo della comunicazione venatoria. E' andato in onda, sabato 19 Dicembre il Tgv settegiorni della Dea TV per tutti i cacciatori, gli ambientalisti e gli agricoltori. Interessante ci sembra anche il target a cui si riferisce, non è casuale e ci piace perchè unisce in un concetto di salvaguardia del territorio persone che spesso vengono messe in antitesi. Questa è un anteprima, come un regalo sotto l'albero, di una programmazione che si prevede regolare dal 2010. Allora in bocca al lupo dall'Azienda Agrituristico Venatoria Galiga!! Per gli interessati potete visionare il video sul sito www.ladeadellacaccia.it, buona visione.


Elisa Mazzei

domenica 20 dicembre 2009

venerdì 18 dicembre 2009

CACCIA ALL'ASPETTO

Caccia all’aspetto : è la caccia che si fa agli uccelli ed altri animali aspettandoli in luoghi, dai quali debbono passare in certe ore che vanno o tornano alle palustre, all’abbeverata o anche a predare.§In Toscana chiamiamo più specificamente così la caccia, che si fa agli uccelli palustri nelle colline aspettandoli quando risalgono i declivi la sera. E’ sinonimo di Posta.

Da un antico dizionario dei termini di caccia della lingua italiana di P.Farini, ecco il motivo dell'italiano arcaico.

lunedì 14 dicembre 2009

LA MITOLOGIA DELLA CACCIA: DIANA

Diana, nella mitologia romana, è la dea della caccia (corrispondente alla graca Artemide).
Il suo culto è di origine italica, fu infatti una delle principali divinità della Lega Latina che si radunavano attorno al suo santuario. Una volta che Roma istituì la sua egemonia sul Lazio si annesse al culto di Diana erigendo un tempio in suo onore sull’Aventino. Nel culto privato era venerata dalle donne come protettrice dei parti, delle giovani spose ma fu dea anche dei cacciatori, degli agricoltori, della plebe e dei servi. Era considerata custode della verginità e della purezza e si rappresentava con la luna a causa della sua triformità, paragonata alle fasi lunari, in antitesi con la solarità, e la sua connessione con gli inferi ( cioè di giorno era Diana, di notte la luna e negli inferi Proserpina). Viene raffigurta come cacciatrice, vestita di lunghe vesti, arco e feretra. Diana è anche la stella che appare all’alba verso oriente ed il segnale che viene dato alle truppe all’alba, in marina è il turno che va dalle 4 alle 8 del mattino.

Elisa Mazzei

venerdì 11 dicembre 2009

SEMPRE PIU' LUPI NEL CENTRO-NORD

Le regioni centro-settentrionali sono sempre più popolate da lupi. In Emilia Romagna, tra Bologna e Piacenza, c’è chi parla di lupi metropolitani. Dal 2004, anno del primo avvistamento, i lupi si avvicinano sempre più ai centri abitati. Nessun allarmismo: non fanno altro che seguire le loro prede naturali. Un branco di dieci soggetti, due adulti e otto cuccioli, ha fatto la sua comparsa, la scorsa estate, nel Parco dei Gessi della Badessa alla periferia di Bologna. Trappole fotografiche predisposte in loco hanno prodotto foto e filmati unici. Il Parco dei Gessi pare sia stato eletto territorio del branco grazie alla vicinanza del campo di golf di Sassuolo, località gremita di caprioli. A recenti esperienze di wolf-howling hanno preso parte anche diversi cacciatori. «Dopo quei richiami - ricorda Matteo Carletti, studioso operante sull’Appennino tosco-emiliano - ho visto dei cacciatori commuoversi e abbracciarsi come bambini. Erano felici. Per loro era la conferma della qualità della loro natura… Non c´era solo il Canada, ora c´era anche l´Italia…».
Domenico Vigliotti

Tratto da http://www.ladeadellacaccia.it/

giovedì 3 dicembre 2009

A CACCIA DI UFO


Che dire di queste fauci che si aprono tenebrose davanti a noi?

A che animale feroce apparterranno?

Ecco lanciata la prima caccia all'oggetto non identificato..

Cosa mai sarà?


Elisa Mazzei
fotografia scattata in Azienda Agrituristico Venatoria Galiga da Elisa Mazzei




Risposta al quesito: trattasi di un esemplare di castagna, a volte le cose cambiano molto a seconda della prospettiva da cui le osserviamo..

martedì 1 dicembre 2009

LA CACCIA ED IL CANE

L’uomo che andava a caccia da sempre è stato accompagnato dal cane, ne sono testimonianza diversi reperti rupestri . Già nell’età del ferro venivano distinti in due grandi famiglie: il canis segulius europeo ed il canis vertragus orientale, entrambi seguivano la preda fino a quando il cacciatore riusciva a farla sua. Solo in tempi recenti sono stati formati cani secondo un canone estetico, nell’antichità erano le attitudini alla caccia le caratteristiche principali di ricerca. Ecco così che gli antichi Romani distinguevano i cani celeres che rincorrevano la selvaggina, i pugnaces che bloccavano ed attaccavano la preda ed i sagaces che trovavano la preda con il fiuto. Solo nella metà del XVI secolo si trovò una distinzione riguardante le caratteristiche generiche dei cani ad opera dell’inglese dott. Caius che scrisse il De canibus britannicus. Nasceva la prima classificazione ufficiale delle razze canine conosciute in Inghilterra. Fu poi la Francia che sviluppò nei secoli seguenti una scuola di cinegeti che svilupparono altre teorie sulla suddivisione delle razze. Si ricordano Buffon, Cuvier, Dechambre per la classificazione, ancora valida, delle razze canine secondo la morfologia della testa.

Tratto da Il grande libro dei cani da caccia.Le specie, la prima educazione, l’addestramento, le cure.., Giovanni De Vecchi Editore S.P.A., Milano, 2008

martedì 24 novembre 2009

ESAME PER LA LICENZA DI CACCIA

Un consiglio per gli studiosi che stanno preparando l'esame per la licenza di caccia, consultate la pagina web http://www.migratoria.it/?page_id=2253 che vi darà l'opportunità di verificare il grado di preparazione e semmai provvedere a colmare le vostre lacune!
In bocca al lupo, futuri cacciatori!
Elisa Mazzei

venerdì 20 novembre 2009

DIZIONARIO DEI TERMINI DI CACCIA #1

Abbeverata: il fatto degli animali che vanno a berein certe ore determinate della giornata. Ore dell'abbeverta quelle che, specie gli uccelli vengono all'acqua 2 ed anche tre volte al giorno. Gli uccelli piccoli vanno a bere la mattina da le 10 a le 11, il pomeriggio da le 14 a le 15 ed un ora e mezzo prima del tramonto. Altri uccelli vanno due volte sole un pò prima ed un pò dopo ma sempre dopo la pastura.

Abboccare: far entrare l'acqua dentro gli stivaloni o le scarpe da bocca, ossia parte superiore di tali calzature

Aggirare:tr. detto di come vale postarsi in modo di fronte al cacciatore che l'animale puntato debba volare la parte del padrone. In toscana, meno bene forse, dicono anche Rigirare.

Canizza: abbaiare concitato di una muta di cani che insegue la preda.


Alcuni termini sono presi da un antico dizionario dei termini di caccia della lingua italiana di P.Farini, ecco il motivo dell'italiano arcaico.

GLI ANIMALI DELLA RISERVA DI CACCIA DI GALIGA: IL FAGIANO TENEBROSO


Capita a volte di imbattersi in un bell’ esemplare di fagiano tenebroso (phasianus colchicus var.tenebrosus), la mattina con la brina, come è successo a me qualche giorno fa. Questi fagiani hanno un piumaggio verde scuro dovuto ad una mutazione melanica. Caratteristiche sono le zampe nere in entrambi i sessi con la parte inferiore delle dita biancastra. La mutazione melanica fu notata da Lord Rothschild per primo nel 1800. E’ anche un infaticabile camminatore, le sue peculiarità sono la buona qualità di uova deposte, la buona prole ed il legame che riesce ad instaurare con il territorio. Si ipotizza che per la sua elevata capacità di mimetizzarsi e per il suo vigore al frullo che ritarda molto sia migliore del fagiano comune per certi tipi di caccia.


Elisa Mazzei
fotografia scattata in Azienda Agrituristico Venatoria Galiga da Elisa Mazzei

mercoledì 11 novembre 2009

IL CACCIATORE DELL' 11 NOVEMBRE


La poesia di Carducci ci piace per tanti motivi ma soprattutto per la sua capacità descrittiva nel raccontare questo periodo autunnale magico. E poi ha quest’immagine molto bella del cacciatore, degli odori e colori..


La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.


San Martino, Giosuè Carducci
Fotografia scattata da Elisa Mazzei

domenica 8 novembre 2009

CI SONO CANI E CANI DA CACCIA

Paese che vai usanza che trovi, lo stesso vale per i modi di dire, le espressioni verbali con cui ci esprimiamo. Questi modi di vedere le cose che formano il nostro lessico familiare, a volte infatti confrontandoci possiamo scoprire come un oggetto possa avere più nomi eppure mantenere la sua unicità. Come il piatto in cui siamo soliti mangiare la pasta che può essere scodella, piatto fondo o piatto cupo.. ma essere comunque sé stesso. In questo crogiuolo di espressioni tipici della lingua italiana si rimane quasi storditi quando accade il contrario. C’è infatti un’espressione che attraversa l’Italia ma la lega nell’amore per la caccia: cane lucertolaro tientelo caro che può anche essere cane lucertolaro cane quagliaro oppure Cane "Lucertar'" non l' "abbandonar'. Declinazioni tutte dello stesso pensiero: se il cane segue la lucertola verrà un buon cane perché ha l’istinto!

Elisa Mazzei

mercoledì 4 novembre 2009

A CACCIA DI NOTIZIE


Vero è che ci muoviamo da poco nella comunicazione all’interno del mondo venatorio ma è con gioia che leggiamo sempre più notizie riguardanti approfondimenti e dibattiti sul tema caccia. Sappiamo infatti che il primo muro da abbattere è l’ignoranza, intesa come non conoscenza, del mondo venatorio. Siamo felici di vedere che non siamo gli unici a pensare così: si terrà infatti, come da decenni accade, l’annuale assemblea delle associazioni venatorie dell’arco alpino sud-orientale. Quest’anno si tratterà il tema : Conflitti e consensi verso il mondo della caccia:il ruolo della comunicazione e ad ospitare l’assemblea sarà il nostro Trentino. A tutti in bocca al lupo per la riuscita e buon lavoro!

Elisa Mazzei
Fotografia scattata in Azienda Agrituristico Venatoria Galiga da Elisa Mazzei

sabato 31 ottobre 2009

CURIOSITA’ DI CACCIA

Siamo sempre alla ricerca di novità, così cercando ispirazione passeggiavo per le pagine di internet e sono inciampata in qualcosa di interessante e curioso. La notizia è questa: nel bergamasco esiste un telegiornale tutto incentrato sulle tradizioni del territorio quindi la caccia con approfondimenti sui i trasporti ed il traffico. I giornalisti parlano in dialetto, sottotitolato in italiano. La cadenza del telegiornale è settimanale e coprirà, come prima fase il Veneto e la Lombardia. Lontano da noi è giudicare ma con spirito antropologico ci possiamo avventurare e vedere come le tradizioni siano ben radicate nelle persone, in modo particolare quando i venti di crisi soffiano. E così si cercano i gesti che hanno accompagnato l’infanzia o la vita intera, quelli dei nonni, genitori, zii come a cercare la sicurezza consolidata della tradizione, che ci protegge dai venti freddi come il focolare domestico.


Elisa Mazzei

giovedì 29 ottobre 2009

LE ARMI DA CACCIA



La normativa italiana in materia venatoria risulta chiara per quanto concerne l’utilizzo delle armi da caccia. La legge n. 517/1992 in vigore parla dei mezzi consentiti per l’attività venatoria e ne indica tre: il fucile, l’arco e il falco. Sono vietati altre armi e mezzi non menzionati. Il più diffuso oggi è senza ombra di dubbio il fucile da caccia che si distingue in tre grandi gruppi: i fucili a canna liscia sparano munizione spezzata ( i pallini), i fucili a canna rigata sparano munizione unica (proiettile) ed infine i fucili combinati sono dotati di due o tre canne di cui almeno una liscia ed una rigata, sparano sia munizioni spezzate che proiettili. Il fucile da caccia è uno strumento balistico perfezionato ed è l’ultimo, in ordine di tempo, prodotto dall’uomo per cacciare durante il trascorrere di varie epoche. Il cacciatore che predilige l’arco invece si mette in contatto con un mondo arcaico infatti per millenni lo strumento è stato utilizzato per cacciare, solo in un secondo momento si è trasformato in arma da guerra. Il falconiere invece instaura un rapporto di fiducia ed affezione con il “mezzo”. L’animale è rispettato, perché si instauri un rapporto il falconiere deve farlo volare tutti i giorni ed è solo allora che il nobile animale torna dall’uomo. Il rapace segue il cacciatore dall’alto ed è pronto a raggiungere la preda alzata dall’uomo e dal cane. E’ un tipo di cacciata diversa, il mezzo che l’uomo utilizza non è un oggetto ma un altro essere animale incoraggiato ad usare le sue eccellenti doti di rapace.

Elisa Mazzei
Fotografia scattata in Azienda Agrituristico Venatoria Galiga da Elisa Mazzei

martedì 27 ottobre 2009

CACCIA CON IL MALTEMPO

Mi sono divertita a cercare frasi e detti popolari, vecchie verità, riguardanti il mondo venatorio che condivideremo strada facendo. Ma visto che può capitare che taluni si spaventino per il maltempo, non è il caso di questi ultimissimi giorni in cui sembra arrivata in anticipo l'estate di San Martino, vorrei ricordare una frase: se piove e tira vento di germani ne fai cento perchè la saggezza popolare ricorda che non c'è stagione che impedisca al buon cacciatore di effettuare carnieri importanti, basta solo essere accorti!

Elisa Mazzei

giovedì 22 ottobre 2009

A CACCIA SOTTO LA PIOGGIA

In mattinate piovose come oggi, quando anche il meteo sembra abbandonare le certezze delle previsioni ci si potrebbe rifare ai segni che per secoli l'uomo ha cercato di cogliere come premonitori di pioggia. In tal proposito ci piace ricordare un sonetto di Benedetto Menzini che nel XVII secolo cantava alla corte dei Medici:

Sento in quel fondo gracidar la rana
indizio certo di futura piova;
canta il corvo importuno, e si riprova
la folaga a tuffarsi alla fontana.

La vaccherella, in quella falda piana,
gode di respirar dell’aria nuova;
le nari allarga in alto, e sì le giova
aspettar l’acqua che non par lontana.

Veggio le lievi paglie andar volando
e veggio come obliquo il turbo spira
e va la polve qual palèo rotando.

Leva le reti, o Restagnon; ritira
il gregge agli stallaggi; or sai che, quando
manda i suoi segni il ciel, vicina è l’ira.


Elisa Mazzei

mercoledì 21 ottobre 2009

LA CACCIA IN TOSCANA ALL’EPOCA DEL GRANDUCATO

Durante l’età barocca per un raggio di dieci miglia attorno alla città di Firenze non si poteva cacciare ‘con archibusi a ruota o corda a lepri, capri, cervi e cinghiali, o altri animali grossi servatichi’. Una regalia concessa dai granduchi alle famiglie nobili proprietarie terriere, fu quella delle bandite di caccia e pesca …
La difesa del patrimonio faunistico coincideva con la tutela dell’ambiente, perché le risorse venatorie ed ittiche dovevano essere sfruttate razionalmente, consentendo il ripopolamento della selvaggina. Nelle bandite era vietato l’utilizzo dei cani liberi se non con un collare attaccato ad un bastone di legno, che era lungo almeno un braccio, e che rendeva l’animale meno veloce. La caccia era permessa dal primo ottobre al primo giorno di quaresima, ed era regolata in modo da non disturbare le operazioni della semina, della coltivazione, e della raccolta dei prodotti agricoli …
Il Barco Reale della villa di Artimino divenne la principale bandita medicea, e si caratterizzò per il fatto di essere completamente circondato da un muro lungo 30 Km, posto a protezione di cinghiali, lepri, starne, fagiani, e daini bianchi, ma anche per evitare danni all’agricoltura recati dagli animali selvatici.




Tratto da:

Zangheri, Luigi, Storia del giardino e del paesaggio. Il verde nella cultura occidentale, Firenze, Leo S. Holschki, 2003, pagg 123-125


Chiara Mazzei

domenica 18 ottobre 2009

DETTO DEL GIORNO

Domenica, 18 Ottobre, San Luca

" San Luca, la palomba è perduta"

sabato 17 ottobre 2009

A CACCIA DI PROVERBI

L'ingordo cane che due lepri caccia, ben presto d'ambedue perde la traccia.

CORNO DA CACCIA

L’aria della mattina taglia le mani, il cielo è nitido e la luce bianca dell’autunno illumina il paesaggio. Il tempo dell’attesa accresce l’emozione. Il fiato rompe il muro del freddo, le parole sono sempre più concitate. Si ride e si scherza prima dell’inizio della grande avventura anche per affrontare l’emozione che cresce e l’adrenalina che sale. Il singolo diventa gruppo e specchiandoci gli uni negli altri si tessono rapporti umani forti. Quelli basati sulla condivisione di esperienze ricche, dalle quali si torna cambiati. Una luce acceca la vista. Repentina torna a far visita all’occhio. Passa. Allora si cerca la sua provenienza tra i corpi infreddoliti. Eccolo, l’ottone lucidato di fresco su cui il tempo ha lasciato i segni del suo passaggio. In alcuni punti il nero prevale anche se si vede che è stato pulito e lucidato per l’occasione. Il suo è un compito importante e c’è un specie di ammirazione per lui, un po’ di timore. Tutti sono in postazione adesso, le mani lo impugnano e lo portano in alto. La luce si riflette accecante sull’ottone, il primo rombo scuote l’aria, il secondo e poi il terzo: si dia inizio alle danze!

Elisa Mazzei

venerdì 9 ottobre 2009

IL DIRITTO E LA CACCIA

In Italia la caccia non è un diritto del cittadino ma è una concessione dello Stato purché sia compatibile con le coltivazioni agricole e con la conservazione della fauna selvatica, considerata patrimonio dello Stato. Dal punto di vista normativo può cacciare chi ha compiuto la maggiore età ed è in possesso della licenza di porto di fucile per uso caccia, di un tesserino regionale con riportato il calendario venatorio e la selvaggina abbattuta ed una polizza assicurativa per la responsabilità civile. Tre sono i metodi che si possono usare per cacciare: il fucile, l’arco ed il falco. L’uso dell’arco e del falco hanno un’origine antichissima e radicata nell’immaginario collettivo e ci riportano ad un tempo lontano. L’uso del fucile è più recente e raggiunge una vasta diffusione quando le armi da fuoco diventano efficienti. I suoi perfezionamenti si susseguono inarrestabili, dal grilletto unico all’estrattore automatico dei bossoli e via dicendo. Naturalmente non possiamo non ricordare il grande compagno delle avventure venatorie: il cane. La caccia quindi permette di immergersi nella natura, aiutandosi con gli animali e con gli strumenti che l’uomo ha inventato e perfezionato per ricollegarsi a quello che sarebbe il suo habitat naturale, non la foresta di cemento cittadina ma i boschi delle colline e le radure delle valli e pianure.

Elisa Mazzei

venerdì 2 ottobre 2009

IL CACCIATORE DI PROFESSIONE

La caccia nelle nostre campagne, per tradizione è legata al mondo contadino, cioè alla vita del podere. Era infatti un esercizio fondamentale per la sopravvivenza ma c'è da ricordare un aspetto fondamentale ovvero che la coltivazione del podere creava un ambiente adatto alla selvaggina stanziale e migratoria. Il podere occupava areee molto vaste di territorio ed era molto diffuso così da creare una vastissima superficie molto adatta alla caccia. Era un'area geografica che comprendeva la Toscana, l'Emilia Romagna, l'Umbria, le Marche e parte del Lazio ( regioni che hanno una tradizione venatoria molto radicata). L'esercizio della caccia poteva diventare anche lavoro con la figura del cacciatore di mestiere, di solito un giovane ribelle che decideva di cambiare vita perché rifiutava le logiche di sottomissione del “capoccia” o del “padrone”. La sua ribellione nasceva come critica sia al ruolo del capofamiglia la cui parola era legge, che da un mondo mezzadrie anacronistico. Abbandonata la casa paterna egli si costruiva un capanno ( su modello ed esperienza del capanno di caccia) e si dedicava alla pesca, alla raccolta di frutti selvatici, alla caccia sfruttando quanto la natura poteva offrire. La sua conoscenza del territorio e dell’attività venatoria gli permettevano di accompagnare i signori cittadini durante le battute di caccia per farli divertire e raggiungere un carniere importante. Il periodo storico in cui si colloca la sua figura è di grandi cambiamenti sia sociali che territoriali: le grandi bonifiche e il forte inurbamento hanno portato ad una diminuzione drastica della selvaggina (stanziale e migratoria) così da ridurre molti tipi di caccia determinando il tramonto anche della figura del cacciatore di mestiere.

martedì 29 settembre 2009

GLI ANIMALI DELLA RISERVA DI CACCIA DI GALIGA: IL GERMANO REALE


L’intento di questo blog è quello di occuparsi di tutto ciò che riguarda il mondo della caccia in senso più o meno lato. Ecco che ci prendiamo così l’onere di introdurre gli animali che si cacciano nell’Azienda Agrituristico Venatoria Galiga ed il primo ad essere descritto è il germano reale il cui nome scientifico è Anas platyrhynchos dell’ordine degli Anseriformi, famiglia delle Anatidi. E‛ l’anatra selvatica più comune da cui molte specie domestiche hanno tratto origine, è diffusa in tutto l’emisfero settentrionale (Eurasia), si trova di passo in prossimità degli specchi d’acqua, raramente si riscontra la sua presenza al di sotto della Corsica ed quasi sconosciuta in Spagna e Sardegna. In Italia nidifica ovunque, nei fossi, nei piccoli stagni dei parchi, nei laghi e lungo le coste riparate. Costruisce il nido isolato nel canneto o sotto i cespugli sulla riva. La covata consiste in dieci o dodici uova verdastre che vengono covate solamente dalla femmina per quattro settimane. Il maschio ha un piumaggio dai colori appariscenti: la testa verde con riflessi metallici e alla base del collo presenta un anello di colore bianco, il corpo è interamente grigio tranne nella zona in prossimità del collo in cui è rosso bruno. Le penne caudali sono bianche e nere e sull’ala ha una banda blu con due strisce bianche; i piedi sono palmati e di colore arancio, il becco invece è giallo pallido. C’è un notevole dimorfismo sessuale infatti la femmina è di colore bruno-grigio variegato uniforme, si riscontra la presenza della banda verde-blu sulle ali mentre il piumaggio è a fondo nocciola. Sia gli esemplari maschi che le femmine hanno gli arti color rosso-arancio. nel periodo successivo alla muta gli esemplari maschi e quelli femmina hanno colori più spenti rispetto a quelli che mantengono il resto delle stagioni. Gli esemplari giovani presentano un piumaggio di colori molto simili alle femmine. La taglia è variabile dai 41 ai 66 cm. Il busto è rotondo e ben cospicuo di carne.Si ciba di tutto ciò che riesce a trovare immergendo il becco nell’acqua: piante acquatiche, insetti,vermi,lumache,larve, molluschi. La sua carne è molto meno grassa dell’anatra comune il cui sapore si avvicina molto a quello della selvaggina.



fotografia sacattata sul lago di Galiga, autore Elisa Mazzei

lunedì 28 settembre 2009

GLI ESPERTI A CONFRONTO SUI “BENEFICI ECOLOGICI ED ECONOMICI DELLA CACCIA”

WINDHOEK. Namibia - Il World Forum of the Future of Sport Shooting Activities (WFSA) haorganizzato dal 14 al 17 settembre 2009 una conferenza internazionale sui “Benefici ecologici edeconomici della caccia”. Più di 60 rappresentanti, di oltre 20 paesi, si sono riuniti per discutere efare il punto della situazione alla luce dei più recenti studi scientifici, dibattiti e riflessionisull’impatto ambientale ed economico della caccia e del settore venatorio sulle realtà locali deisingoli Stati.La conferenza ha visto riuniti eminenti scienziati e professionisti del settore, rappresentanti deiGoverni e dirigenti del mondo del tiro e delle associazioni di categoria di tutto il mondo. Le diverserealtà e problematiche rappresentate hanno reso particolarmente vivo ed intenso il dibattito,consentendo un proficuo scambio di informazioni.Nel corso della sessione di apertura, il Ministro Willem Konjore, parlando a nome del Presidentedella Namibia, S.E. Presidente Pohamba, ha dichiarato che “la fauna selvatica del paeserappresenta una risorsa naturale che, come si è visto, se gestita opportunamente attraverso igame ranch ed utilizzata in modo sostenibile con attività di caccia al trofeo a pagamento, hatutte le potenzialità per diventare uno dei maggiori beni rinnovabili del paese”.Ben ventisei sono stati gli interventi da parte dei relatori che hanno presentato studi scientifici sullacaccia e sulla gestione dell’habitat naturale e della fauna selvatica (nonché sugli aspetti economicilegati alla caccia ed all’attività venatoria in genere), relazioni tecniche, dati sull’impatto ambientaleed economico, metodologie di gestione della fauna selvatica e nuove teorie sul ruolo della caccia edell’attività venatoria.”Speriamo vivamente che i vari interventi e le relazioni che pubblicheremo riescano a convincerel’ambiente politico e legislativo dei singoli paesi del contributo vitale che la caccia e l’attivitàvenatoria, in generale, apportano alla tutela dell’ambiente ed alla salvaguardia delle economielocali” ha dichiarato Ted Rowe, Presidente del WFSA.Le principali conclusioni della Conferenza possono così sintetizzarsi:1. La caccia e l’attività venatoria assicurano un equilibrio tra la popolazione faunistica el’intero ecosistema;a. E’ stato dimostrato che la caccia tutela le specie in via d’estinzione.2. La caccia e l’attività venatoria presuppongono e sostengono un ecosistema sano edequilibrato a beneficio di tutti;a. La caccia e l’attività venatoria apportano benefici ben 30 volte superiori rispetto ai safarifotografici.3. La caccia e l’attività venatoria hanno un ampissimo impatto economico, particolarmenterilevante per le comunità rurali.a. La caccia e l’attività venatoria sono un importante strumento nella lotta alla povertà.Il Ministro per l’Ambiente ed il Turismo della Namibia, l’on. Nandi-Netumbo Ndaitwah, hasottolineato, nel corso della cerimonia di chiusura che “storicamente, la caccia costituisce unadelle attività economiche di maggior rilevanza in tutto il mondo” ed ha appoggiato in pieno leconclusioni della Conferenza con le seguenti parole: “Auguro a tutti voi di ottenere i massimirisultati nel vostro impegno per la promozione del tiro sportivo e della caccia nel mondo”.Il WFSA ritiene che questa conferenza costituirà un punto di partenza e di riferimento per unastretta e proficua collaborazione tra i legislatori di tutto il mondo e le associazioni di categoria.Per maggiori informazioni potete contattare il WFSA al seguente indirizzo di posta elettronica:wfsa.secretariat@anpam.orgIl WFSA - World Forum on the future of Sport Shooting Activities - è un organismo internazionaleche dal 1996 rappresenta oltre centomilioni di praticanti in tutto il mondo e raccoglie le maggioriassociazioni mondiali legate al settore del tiro sportivo e della caccia. Dal 1998 è una ONGriconosciuta dall’ONU.


Tratto da www.ladeadellacaccia.it

domenica 27 settembre 2009

A CACCIA DI FAGIANI DI QUALITA'

Molto spesso ci si chiede se i fagiani che si trovano nelle Aziende Agrituristico Venatorie siano simili ai polli di allevamento, cioè ad animali che cresciuti dall’uomo sono in grado di sopravvivere all’ambiente esterno solo per qualche ora. Tale preoccupazione nasce da una pratica, in uso nei decenni passati, di immettere animali di bassa qualità in grandi quantità (per far fronte alle minori rese qualitative).Oggi però si cerca che gli animali lanciati abbiano delle caratteristiche ben precise sia per venire incontro alle esigenze di un animale selvatico (la capacità di sopravvivenza ad un ambiente ostile come è quello naturale) e quelle del cacciatore e dell’eco-turista più esigente. La selvaticità è collegata alla capacità dell’animale di applicare strategie antipredatorie, la predisposizione alla cova ed alle cure parentali per determinare un maggior successo riproduttivo (dati ricerca ARSIA). Infatti alla presenza decrescente delle popolazioni selvatiche riscontrata a partire dal secondo dopoguerra alla quale si è cercato di fare fronte negli anni ’70 ed ’80 intensificando l’immissione di esemplari, che però avevano una sopravvivenza ridotta, si è arrivati ai giorni nostri in cui l’attenzione è portata verso soggetti che garantiscono selvaticità, rusticità ed adattamento all’ambiente.

domenica 20 settembre 2009

CACCIA A DAINI,CAPRIOLI E CINGHIALI NELLA PROVINCIA DI FIRENZE

Il calendario venatorio della Provincia di Firenze 2009/2010 conferma l’apertura per la terza domenica di Settembre ad esclusione della caccia di selezione al capriolo che inizia il 1 Agosto. Volendo porre rimedio agli ingenti danni che la presenza di daini e cinghiali creano in alcune zone a vocazione agricola, porta con sé alcune novità. Così nel territorio non vocato al daino dell’ ATC Firenze 4 i cacciatori autorizzati ad abbattere i caprioli potranno abbattere i daini dal 1 di Agosto.
Il termine per la caccia al cinghiale è fissato il 14 Gennaio, salvo una proroga al 31 Gennaio se dovesse essere approvata la nuova legge sulla caccia. L’ultima novità riguarda il prelievo illimitato della minilepre.
Ecco le disposizioni sulle Aziende Agrituristico Venatorie:
• la caccia alla starna ed alla pernice rossa è consentita dal 20 Settembre al 31 Gennaio
• la caccia alla lepre fino al 7 Dicembre,solo nelle aree recintate fino al 31 Gennaio
• la caccia al fagiano dal 20 Settembre al 31 Gennaio
• la caccia agli ungulati inizia il 1 Agosto e termina il 15 Marzo
Il resto dell'anno si procede con le aree addestramento cani

Elisa Mazzei

giovedì 17 settembre 2009

A GALIGA, SULLE COLLINE DI FIRENZE AL RIPARO DI MONTEGIOVI.


Azienda Agrituristica Venatoria - Fattoria di Galiga


L’Azienda Agrituristico Venatoria Galiga, dei Fratelli Grati; si trova sulle colline di Firenze. Non c’è cacciatore fiorentino che non abbia almeno una volta calcato i suoi terreni. L’Azienda ha un vasto territorio dall’habitat eccezionale, qui è possibile cacciare fagiani, starne, pernici,quaglie,lepri e poi anche cinghiali,caprioli,daini, mufloni e nel vicino lago germani,non è raro sentire fagiani, starne,pernici chiamarsi per rimbrancarsi sui poggi o nelle piagge. I terreni sono quelli tipici della collina toscana, mai troppo impegnativi da affrontare se si ha un minimo di allenamento, e comunque sono disponibili zone anche più comode per chi magari è un po’ più in là con gli anni ma non ha ancora voluto appendere la doppietta al chiodo. Qui abbiamo un panorama da mozzafiato che è il sogno di ogni cacciatore cinofilo per la bellezza della natura e l’ampiezza del campo visivo consente di seguire l’azione del cane anche a distanza. A Galiga è possibile trovare la vera selvaggina, abituata a difendersi e in grado di impegnare anche i cani più esperti. Dai Fratelli Grati si parla ancora con cacciatori che credono nei veri valori della caccia, nella sua tradizione e nella sua cultura. La Sig.a Bianca Grati Vi darà il benvenuto e sbrigherà rapidamente le pratiche burocratiche. La famiglia Grati inoltre produce un ottimo Chianti Rufina e altrettanto l’Olio Extra Vergine di Oliva.

Elisa Mazzei