lunedì 14 giugno 2010

DE ARTE VENADI CUM AVIBUS



Scritto da Federico II di Svevia tra il 1240-1250 in lingua latina è un manuale per l’allevamento dei rapaci nel quale tratta di nutrizione, medicina ed addomesticamento degli stessi. Nel Medioevo la caccia con i falchi era una dichiarazione di appartenenza ad un alto rango delle classi sociali. Il trattato è però un opera incompiuta a causa della prematura morte di Federico. Nello scritto il sovrano eleva l’arte venandi cum avibus a filosofia di vita. Infatti quando il giovane divenne re fu addestrato, come costume, ad ogni tipo di caccia compresa la falconeria, trovando numerose lacune nei testi della sua gioventù volle porvi rimedio scrivendo di suo pugno un trattato. La considerò la più alta espressione della caccia e ne subì il fascino per tutta la vita tanto da spendere ingenti capitali per i suoi animali quanto per i falconieri che lo seguivano ovunque andasse ed anche per la costruzione delle sue residenze e riserve di caccia personali. Cioè luoghi in cui poter compiere le esibizioni di grandi cacciate per compiacere la sua posizione da una parte e dall’altra esprimere il suo potere.

Nessun commento:

Posta un commento