Il palazzo di giustizia di Firenze, che si erge imponente in quel di Novoli, con i suoi 2500 metri quadrati di facciata chiede l'intervento di esperti. Infatti sembra che le vetrate inclinate e le alte vette attirino il ricovero dei piccioni, che si sa portano in dote molto sporco. Ecco allora che il Comune ha avviato un indagine per trovare un falconiere che li tenga lontani come spiega il consigliere comunale di Fli Bianca Maria Giocoli.
Notizia tratta dal Corriere Fiorentino, giovedì 13 Ottobre.
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giovedì 13 ottobre 2011
giovedì 11 novembre 2010
A CACCIA CON IL FALCO

La falconeria è una delle più antiche pratiche della caccia tanto da essere difficile datare il su inizio, quel che è certo è che nel Medioevo l’uso dei rapaci era riservato alle fasce sociali più importanti. Infatti il falco è un animale alto ed aggressivo così da risultare perfetto status symbol del nobile. Ogni gradino della scala sociale aveva il suo rapace di riferimento: l’imperatore aveva l’esclusiva dei falconi più nobili come l’aquila reale, il falco pellegrino mentre le altre classi nobili potevano usare i lanari, gli astori ed le nobildame ed i prelati i piccoli rapaci. Fino all' Età Moderna è stato protagonista del costume, della politica e del mondo culturale( vengono scritti trattati scientifici, è presente in molte opere di letterature e nella stipula dei trattati, nelle doti..). La falconeria era quasi scomparsa prima della Prima Guerra Mondiale ma già dopo la seconda Guerra Mondiale alcuni appassionati cominciarono a diffonderla nuovamente, in questi ultimi anni sta rinascendo anche grazie all’approccio diretto che il pubblico può avere con le svariate rievocazioni storiche, feste medioevali etc.. La cosa che più affascina è la sfida che l’uomo intraprende nell’allevare il rapace, il rapporto tra i due ha infatti un fascino indiscusso: una volta lanciato il falco vola libero in cielo e può decidere se tornare o meno nelle mani del cacciatore oppure scegliere la libertà. Per costruire questo rapporto basato sulla fiducia l’uomo dovrà dedicarsi al rapace con costanza e determinazione rinunciando di certo a molto tempo libero. Per chi si vuole approcciare a quest’ antica ars venandi ci sone delle associazioni di falconeria che organizzano corsi per diventare falconiere.
Elisa Mazzei
fotografia di Elisa Mazzei
lunedì 14 giugno 2010
DE ARTE VENADI CUM AVIBUS

Scritto da Federico II di Svevia tra il 1240-1250 in lingua latina è un manuale per l’allevamento dei rapaci nel quale tratta di nutrizione, medicina ed addomesticamento degli stessi. Nel Medioevo la caccia con i falchi era una dichiarazione di appartenenza ad un alto rango delle classi sociali. Il trattato è però un opera incompiuta a causa della prematura morte di Federico. Nello scritto il sovrano eleva l’arte venandi cum avibus a filosofia di vita. Infatti quando il giovane divenne re fu addestrato, come costume, ad ogni tipo di caccia compresa la falconeria, trovando numerose lacune nei testi della sua gioventù volle porvi rimedio scrivendo di suo pugno un trattato. La considerò la più alta espressione della caccia e ne subì il fascino per tutta la vita tanto da spendere ingenti capitali per i suoi animali quanto per i falconieri che lo seguivano ovunque andasse ed anche per la costruzione delle sue residenze e riserve di caccia personali. Cioè luoghi in cui poter compiere le esibizioni di grandi cacciate per compiacere la sua posizione da una parte e dall’altra esprimere il suo potere.
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