Da due anni la Provincia di Pisa ha messo in atto un programma di controllo e contenimento di cinghiali, responsabili della maggior parte dei danni all'agricoltura. I dati resi noti in questi giorni hanno ampiamente dimostrato il successo di questi provvedimenti che hanno ridotto le spese del 60%: dai 180mila euro del 2007 si è passati ai 70mila del 2009.Un Piano strordinario di Controllo delle squadre di caccia ha affiancato, durante questi due anni, la gestione ordinaria della specie ad opera degli ATC con all'attivo 1228 interventi contro 529 dell'anno passato.
Come ha infatti dichiarato Giacomo Sanavio, assessore alla difesa della fauna, "le misure di gestione ordinaria e straordinaria adottate dalla provincia di Pisa si sono basate da una parte, sulla necessità di intervenire per prevenire e risolvere le situazioni di conflitto con metodologie efficaci ed adatte alle condizioni ambientali del nostro territorio, attraverso gli strumenti attuabili ai sensi dell'art. 37 della Legge regionale 3/94. La novità delle misure adottate e la necessità di costruire sinergie e collaborazioni tra vari soggetti non ha impedito di raggiungere, fin dal primo anno, dei buoni risultati".
tratto da http://www.cacciapassione.com/
lunedì 19 aprile 2010
lunedì 12 aprile 2010
LA CACCIA DEL PANANTI
Le aste, i fischi, le reti, gli zimbelli,
le furberie, le belle prese io canto,
che sono al tempo che passan gli uccelli
dal polo dell’equatore, a giovan tanto,
dando sì pronto, e a così piccol costo
un amabile spasso, e un buono arrosto.
Così canta della caccia Filippo Pananti,poeta nato a Ronta nel Mugello nel 1766, nel Preambolo al poemetto didascalico “Il Paretaio” datato 1801. Fu educato in collegio a Pistoia, poi si laureò in giurisprudenza a Pisa ma la sua avversione per l’arte legale lo portò a girovagare per l’Europa. Girò la Francia, la Spagna l’Olanda e l’Inghilterra. Dopo un soggiorno londinese durato 10 anni decise di imbarcarsi per la Sicilia con in mente un viaggio per la Grecia e nel Levante ma vanne rapito dai pirati algerini e solo grazie al console britannico liberato. Una vita quindi movimentata e cosmopolita ma nei suoi versi possiamo sempre cogliere lo spirito arguto e scanzonato dei toscani.
Elisa Mazzei
le furberie, le belle prese io canto,
che sono al tempo che passan gli uccelli
dal polo dell’equatore, a giovan tanto,
dando sì pronto, e a così piccol costo
un amabile spasso, e un buono arrosto.
Così canta della caccia Filippo Pananti,poeta nato a Ronta nel Mugello nel 1766, nel Preambolo al poemetto didascalico “Il Paretaio” datato 1801. Fu educato in collegio a Pistoia, poi si laureò in giurisprudenza a Pisa ma la sua avversione per l’arte legale lo portò a girovagare per l’Europa. Girò la Francia, la Spagna l’Olanda e l’Inghilterra. Dopo un soggiorno londinese durato 10 anni decise di imbarcarsi per la Sicilia con in mente un viaggio per la Grecia e nel Levante ma vanne rapito dai pirati algerini e solo grazie al console britannico liberato. Una vita quindi movimentata e cosmopolita ma nei suoi versi possiamo sempre cogliere lo spirito arguto e scanzonato dei toscani.
Elisa Mazzei
sabato 10 aprile 2010
Exa 2010

Dal 10 al 13 Aprile si terrà al Brianza Expo Fiera di Brescia Exa 2010 con il Patrocinio del Ministero degli Interni che conferma l’importanza nazionale della manifestazione.
E’ infatti il più importante salone per le armi sportive e da caccia che conta con quella di quest’anno 29 edizioni. Un evento importante che rappresenta il distretto della Valtrompia che copre il 50% della produzione mondiale di armi sportive, uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy. A Brescia non si parlerà solo di armerie ma anche di importanti novità riguardanti le ottiche, l’abbigliamento,le calzature,oggetti artistici, turismo venatorio ed uno speciale gemellaggio con la mostra “Inca,origini e misteri della civiltà dell’oro”.
E’ infatti il più importante salone per le armi sportive e da caccia che conta con quella di quest’anno 29 edizioni. Un evento importante che rappresenta il distretto della Valtrompia che copre il 50% della produzione mondiale di armi sportive, uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy. A Brescia non si parlerà solo di armerie ma anche di importanti novità riguardanti le ottiche, l’abbigliamento,le calzature,oggetti artistici, turismo venatorio ed uno speciale gemellaggio con la mostra “Inca,origini e misteri della civiltà dell’oro”.
Elisa Mazzei
lunedì 5 aprile 2010
LE RISERVE DI CACCIA
La costituzione delle riserve di caccia in Italia si ha con la legge 1420 del 1923 "Provvedimenti per la protezione della selvaggina e l'esercizio della caccia". Il testo, prima legge unitaria sulla caccia, stabilisce che le proprietà del Demanio forestale dovevano considerarsi bandite di rifugio e ripopolamento della selvaggina stanziale. Vi si trovano anche i mezzi stabiliti per la caccia e l'uccellagione proibendo quelli distruttivi ed insidiosi. La legge infatti regolamenta la protezione della selvaggina, l'esercizio della caccia, la vigilanza, le sanzioni amministrative ed istituiva il registro delle associazioni dei cacciatori presso il Ministero dell'agricoltura.
mercoledì 31 marzo 2010
LEPRE MARZOLINA O LEPROTTO BISESTILE
La Lepre Marzolina è un personaggio che Lewis Carroll descrive in Alice nel paese della meraviglie come lo svitato amico del Cappellaio Matto( nella traduzione italiana è il Leprotto Bisestile). In Inghilterra vi è infatti un detto radicato nella tradizione popolare “matto come una lepre marzolina” che si riferisce il comportamento stano che le lepri hanno durante il mese di Marzo in cui comincia per loro la stagione degli amori. Allora gruppi di lepri inseguono l’esemplare femmina e prima che uno di loro la raggiunga si alzano in piedi e cominciano a prendersi a schiaffi come in un incontro di box. Se la femmina non è ricettiva caccerà nello stesso modo il maschio dominante che l’ha raggiunta. Ad essere spettatori di ciò sarà facile pensare che le lepri siano diventate matte! Ci ricorda così Alice che “The March Hare … as this is May, it won’t be raving mad - at least not so mad as it was in March.” [La lepre marzolina… poiche’ siamo in Maggio, non sara’ matta da legare - almeno non tanto matta come in Marzo].
Elisa Mazzei
Elisa Mazzei
martedì 30 marzo 2010
GLI ANIMALI DELLA RISERVA DI CACCIA DI GALIGA: LA QUAGLIA
La quaglia è il più piccolo dei Fasianidi, è presente in Europa, Asia occidentale, Asia minore, Persia, India, Africa settentrionale. Il piumaggio è fulvo giallastro mentre tende ad una colorazione nera sui fianchi. Il becco è breve, leggermente ricurvo al suo apice e di colore bruno. E’ un animale che non presenta grossi dimorfismi sessuali: negli esemplari maschi è presente una macchia nera sul collo che con il passare del tempo diventa rossastra. La quaglia è pressoché terragnola, è un ottima pedinatrice e riluttante al volo che compie per lo più per la migrazione ( è l’unico galliforme a migrare). Il suo habitat è costituito da zone aperte caratterizzate da scarsa vegetazione: prati incolti, campi coltivati a grano e foraggere sia di pianura che di collina. La quaglia generalmente utilizzata per il lancio a scopi venatori è un incrocio tra la Coturnix japonica e la Coturnix coturnix.
mercoledì 24 marzo 2010
ADOTTARE LA TERRA PER NON MORIRE DI FAME

Dall’esperienza raccolta in questi anni di attività Luca Zaia, Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, prende spunto per il libro Adottare la terra (per non morire di fame), edito da Mondatori. Nelle conclusioni si legge la forza delle sue riflessioni sospese tra passato e futuro, eccone uno stralcio : “Ho in mente esperienze che si stanno svolgendo dalle mie parti, in cui gruppi di giovani hanno saputo affrontare la sfida delle tecnologie non subendole, ma aggredendo il futuro e conservando al tempo stesso l'eccellenza del territorio a cui questi ragazzi sentono di appartenere e a cui non hanno mai voluto rinunciare. Nessuno di loro vuole emigrare e pretendono che la loro fantasia, la loro intelligenza, il rischio imprenditoriale che hanno voluto e saputo correre, si possano innervare in un mondo che essi conoscono e amano. Questa è anche la strada della nuova agricoltura. Lo scopo di questo libro non era certo difendere «il buon tempo antico». Anzi. Il futuro è qui e ora e porta con sé occasioni straordinarie che vogliamo sfruttare fino in fondo. Amare l'agricoltura identitaria non comporta il rifiuto del mondo che ci circonda e della modernità: amo ripetere che esiste una sola multinazionale di cui mi sento al servizio, ed è quella dei contadini. Nel mondo che abitiamo, la prima rete globale è quella agricola, tessuta di milioni e milioni di cittadini della modernità che da secoli lavorano la terra nello stesso modo eppure in migliaia di modi diversi, che si svegliano tutti alla stessa ora e che sanno, fin dal primo giorno di lavoro, che un allevamento di vacche non potrà mai essere delocalizzato. Sono uomini e donne abituati a guardare il cielo, sempre e tutti, con la stessa preoccupazione che avevano i loro padri millenni fa, e che al tempo stesso sfruttano internet per commercializzare i propri prodotti e farli conoscere al pianeta intero. L'agricoltore non presiede alla difesa del paesaggio, ma è responsabile di una vera e propria azienda economica che,a sua volta, trasforma il territorio e il paesaggio. Così, in questo libro ho provato a dare a questa multinazionale di uomini di tanti colori, di tante fedi, di infinite sapienze, una voce in più in grado di aiutarla a sopravvivere,per esempio, alle speculazioni della modernità, assai più violente di quelle che da sempre accompagnano la storia dell'uomo. La rete globale è in grado, infatti, di esaltare la violenza con cui i cicloni finanziari spazzano via, molto più ferocemente di quelli naturali, quel che gli si para innanzi:prima di tutto la terra.”
Elisa Mazzei
Iscriviti a:
Post (Atom)